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Caduti

del mare

 

 

 

Da: IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL MARE

FANO, XVII-XX OTTOBRE 1910 - IX FEBBRAIO 1911.

Società Tipografica Cooperativa, Fano, 1911. Biblioteca Federiciana - Fondo Castellani

 

 

 

(Foto: Archivio G. Bertini)

 

 

 

 

Atto di scomparizione in mare di Occhialini Ruggero 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Atto di scomparizione in mare di Meletti Cesare e Renzoni Gustavo 

 

 

Naufragi del 18 e 20 ottobre 1910

Un fato avverso sembra sovrasti da qualche tempo a questa amena spiaggia, arrisa da tanta bellezza di natura, troppo spesso colpendo perfidamente i nostri buoni e bravi lavoratori del mare, che da esso attendono nella quotidiana e rude fatica il sudato e conteso pane. Il mare si sveglia di tratto in tratto, leone ruggente, e squassando l'irta sua criniera, inghiotte talvolta nell'ira insensata le giovini esistenze, nobili vittime del lavoro, che nell'infido elemento dettero sin dai primi anni e la gagliardia della fibra e il non comune coraggio.

Grande e doloroso allora, dopo le ansie delle prime vane ricerche, s'innalza dalla riva il pianto delle madri orbate, delle inconsolabili spose e degli orfani derelitti, che non vedranno mai più i loro cari, tanto repentinamente strappati al loro affetto. Le scene di sublime disperazione, che non si descrivono, empiono di lutto non solo le povere case dei colpiti dalla sorte crudele, ma un generale compianto sorge vero e sentito, nella solidarietà del comune dolore, da tutti quegli uomini dai volti abbronzati, che in petto albergano un così puro e gentile sentimento di affetto, da tutte quelle semplici anime di donne che, nel commiserare l'altrui sciagura, pensano con una stretta al cuore come possa all'indomani piombar ancora su le loro case la stessa atroce fatalità. E il cordoglio, che s'estende alla cittadina tutta atterrita, stringe dolorosamente in un solo pianto tutti i cuori.

Fu nel decorso anno, il 18 ottobre, che il mare reclamò la sua prima vittima. Ruggero Occhialini era intento, impostato sul capo di banda, a fare una legatura al salva pennone, quando per fatalità si ruppe lo spago o comando nell'atto di tirarlo a sé; ond'egli dovette col perder dell'equilibrio inevitabilmente cadere in balìa dell'onde. I compagni furono subito pronti al soccorso; e perché il mare era in bonaccia, si sarebbe certo potuto salvare, se a lui non fosse mancata ogni cognizione di nuoto. Così dovette perire a soli 38 anni, lasciando tre figli.

Ma il mare non fu placato; e la susseguente notte del 20 ottobre volle ancora nuove vittime; Cesare Meletti di 30 anni, di fresco sposo, e Augusto Renzoni, di appena 20, erano partiti col loro battello carico del pesce avuto dalle barche da pesca, cui prestavano servizio, per recarlo a terra, quando, sorpresi da impetuoso vento, dovettero, dopo una vana lotta contro i marosi sempre maggiormente incalzanti, cedere alla violenza della bufera e perdersi nel gorgo fatale, senza che il mare più restituisse i cadaveri alla pietà degli infelici parenti e nemmeno il battello.

 

Sulla loro epigrafe, sotto le tre fotografie si legge:

 

Nati a lottare col mare infido

per procacciarsi una vita grama,

ebbero dal mare in premio la morte;

dei compagni di lavoro e di pericolo

il bacio estremo, il palpito fraterno;

della cittadinanza commossa l’eterno rimpianto.

 

Fano, 6 novembre 1910

 

 

Compartimento Marittimo di Rimini 

Ufficio di Porto di Fano 

L'anno millenovecentodieci addi Diecinove del mese di ottobre nell'Ufficio suddetto, l'Incaricato di Porto sottoscritto visto il verbale delle deposizioni fatte al suo approdo in questo Porto dal Capo Barca autorizzato al Comando, e dall'equipaggio del trabaccolo Gaetano I°; al N° 819 della Matricola Comp. Marittimo di Rimini e N° 22 Reg. Provvisorio, Corbelli Andrea, Capo barca che dichiara: che ieri sera verso le ore 17.45 a venti miglia circa al largo ed all'altezza di Falconara è caduto in mare e scomparso dal trabaccolo suddetto il marinaio Occhialini Ruggero di Giovanni e di Montanari Anna nato a Fano il 26 Luglio 1872 coniugato con Filippetti Cesira ed iscritto al N° 6646 delle matricole della gente di mare del Compartimento Marittimo di Rimini. 

Redatto il presente agli effetti dell'art. 396 del Codice Civile ed in osservanza al disposto art. 596 del Reg. Maritt.mo 20 Novembre 1879.


L'Incaricato di Porto: Giovanni Grimaldi.

 

 

Compartimento Marittimo di Rimini 

Ufficio di Porto di Fano 

L'anno millenovecentodieci addi 22 ottobre, nell'Ufficio suddetto, l'Incaricato di Porto sottoscritto, raccolta la dichiarazione consacrata con verbale stessa data, e rimesso all'Ufficio Circonde di Porto in Pesaro, col quale i due padroni dei trabaccoli da pesca: Giovanni P. e Marcello, il primo comandato dal Capo barca Ciavaglia Luigi ed il secondo dal Capo barca Omiccioli Domenico, i quali mi hanno dichiarato che un battello di loro proprietà, abitualmente adibito, al trasporto del pesce fra i trabaccoli stanti in mare sopranunziati ed i magazzini posti in Città; lo ritenevano perduto con i due uomini che lo montavano a bordo, stante che la sera del 20 Ottobre, dopo avere verso le ore 16.30 ritirato dai detti trabaccoli, in alto mare, a circa Quaranta Chilometri dalla costa, ed all'altezza fra Fano e Senigallia, circa 150 Kg. di pesce che dovevano essere rimessi ai magazzini, non raggiunsero più il porto, nè di loro e del battello se ne seppe più notizia, ed i sopra mensionati capo barca, non hanno saputo fornire altra indicazione tranne che ritengono il battello perduto con i due uomini che ne formavano l'armamento, cioè il Marinaio Meletti Cesare figlio di Attilio nato nel 1880 domiciliato in Fano, marito di Battistelli Amina, Renzoni Gustavo pescatore nato a Fano nel 1890 anch'egli domiciliato a Fano figlio di Luigi e di Primavera Assunta. I detti Capo barca, hanno dichiarato ritenere che il battello si sia capovolto per un disgraziato accidente o per falsa manovra della vela, assicurando che dal distacco dal loro bordo, non erano presi dal vino ecc. 

Si rimette il presente verbale per debito d'Ufficio ed agli effetti dell'art. 396 del Codice Civile ed in ottemperanza dell'art. 596 del Reg. Marit. Novembre 1879. 

L'Incaricato di Porto: Giovanni Grimaldi.

 

 

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