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Caduti

del mare

 

 

 

Camera dei Deputati

Atti Parlamentari

Seduta di lunedì 16 luglio 1973

Presidenza del Presidente Pertini

 

 

 

 

 

 

 

 

Camera dei Deputati

Atti Parlamentari

VI Legislatura – Discussioni –

 Seduta del 26 novembre 1974

 

 

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

SCIPIONI, BALLARIN, BENEDETTI GIANFILIPPO, BRINI, ESPOSTO E PERANTUONO.

Ai Ministri della marina mercantile e dell'interno .

- Per sapere -

in relazione al naufragio del motopeschereccio Martinsicuro II, iscritto al compartimento marittimo di Pescara, avvenuto al largo delle coste della Sardegna presumibilmente il 27 maggio 1973 e nel quale hanno perso la vita 5 pescatori -. le cause che hanno provocato il naufragio, date le buone condizioni del mare; i motivi per i quali, pur con l'asserito impiego da parte delle autorità marittime d i mezzi e forze, non si sono ottenuti risultati positivi nelle ricerche del motopeschereccio e dei naufraghi mentre alcuni marinai che si trovavano nella zona solo per la loro attività peschereccia hanno avvistato e recuperato dei relitti appartenenti al Martinsicuro II.

Gli interroganti, di fronte al vivissimo malcontento della popolazione di Martinsicuro (Teramo) alla cui memoria è tuttora chiaramente presente la tragica e triste vicenda del natante Rodi, in deriva per diversi giorni e nel cui affondamento trovarono l a morte i 5 uomini dell'equipaggio - cosa che poteva forse essere evitata se si fossero messi in atto rapidi soccorsi -, nonché alla luce del giustificato allarme che provoca tra i pescatori della fascia costiera adriatica il ripetersi di tali gravissimi incidenti, molto spesso derivanti dal fatto che i motopescherecci navigano in precarie condizioni di sicurezza degli equipaggi, chiedono di conoscere: in quale data sono state effettuate le ultime verifiche sul natante naufragato e se sullo stesso erano stati riscontrati tutti i mezzi di salvataggio previsti dalle leggi sulla sicurezza della navigazione; le ragioni per cui non si è ancora proceduto al recupero delle vittime e quali azioni sono in corso per l'immediato recupero delle stesse; le misure sinora adottate e quelle che si intendono adottare per venire incontro alle necessità delle famiglie così duramente colpite dal tragico naufragio .

(4-05859)

 

 

RlSPOSTA. - In merito alla scomparsa del motopeschereccio Martinsicuro II, avvenuta il giorno 27 maggio 1973 nelle acque di Sant'Antioco (Cagliari), l'Amministrazione della Marina Mercantile ha condotto intense ricerche e svolto accurate indagini, sfruttando ogni possibile indizio, allo scopo di fare luce sulle cause che possono aver provocato il sinistro.

Si riassumono, qui di seguito, gli avvenimenti connessi col tragico evento.

Il giorno 31 maggio 1973 la capitaneria di porto di Cagliari è stata informata, via radio, dal capitano del motopeschereccio Martinsicuro III appartenente allo stesso armatore del Martinsicuro II, che di questa ultima unità non si avevano più notizie dal precedente giorno 27, nonostante l'accordo di mantenere contatti radio e di rientrare a Sant'Antioco il giorno 29 per sbarcare il pescato.

Sono state disposte immediate ricerche nella zona dove il Martinsicuro II, normalmente, espletava l'attività di pesca, estendendole, man mano, sempre a più largo raggio, con impiego di motovedette delle capitanerie di porto, di alcune unità della Marina Militare e di tutte quelle da pesca presenti nella zona. Le ricerche si sono protratte fino al 15 agosto 1973, con alcune interruzioni dovute alle avverse condizioni meteomarine.

Nei giorni 31 maggio, 1° e 2 giugno 1973, anche alcuni velivoli del soccorso aereo hanno perlustrato il mare nella fascia costiera sud-occidentale della Sardegna, estendendo le ricerche fino al limite delle acque territoriali della Tunisia. e dell'Al­geria

Il personale dell'ufficio circondariale marittimo di Sant'Antioco, nonché militari dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, hanno perlustrato minuziosamente le coste sud-occidentali della Sardegna e maggiormente quella orientale della isola di Sant'Antioco, provvedendo, tra l'altro, ad interrogare i pescatori locali ed ogni altra persona che potesse essere presumibilmente venuta a contatto del motopesca scomparso, al fine di reperire ogni notizia utile alle ricerche in atto.

Si è provveduto inoltre:

a) ad interessare le capitanerie di porto della Liguria e della Sardegna, nonché le nostre autorità consolari aventi giurisdizione sulla costa franco-spagnola compresa fra Nizza e Barcellona, per la ricerca e la segnalazione di eventuali navi, giunte in quei porti, che potessero essere state coinvolte in un urto con il Martinsicuro II;

b) ad interessare le nostre autorità consolari in Algeria e Tunisia, al fine di accertare l'eventuale cattura, da parte di quei governi, del motopesca scomparso;

c) ad effettuare il dragaggio del fondo marino, nella posizione dove erano stati ritrovati alcuni pezzi di scafo riconosciuti appartenenti al Martinsicuro II, impiegando 5 motopesca con personale specializzato nelle alte profondità.

Al termine delle indagini, condotte con un massiccio impiego di mezzi e personale, si sono potuti acquisire i seguenti elementi:

1) la deposizione di un pescatore circa l'avvistamento, sin dal 28 maggio 1973, di 20 cassette per la conservazione del pesce, nuove ed in gruppo, galleggianti nei pressi della costa sud di Sant'Antioco;

2) il ritrovamento, a sud dell'isola di Sant'Antioco, di una tavola di colore grigio che l'armatore del Martinsicuro II ha dichiarato essere un pezzo di fasciame del suo peschereccio;

3) il ritrovamento di un cavo di nylon per ormeggio, riconosciuto come appartenente alla dotazione del motopesca in questione;

4) il ritrovamento, in data 16 giugno 1973, di alcuni scalmotti riconosciuti appartenenti al motopesca scomparso;

5) il recupero in mare, nella zona nord-occidentale dell'isola di Sant' Antioco, di una salma successivamente identificata in quella del marittimo Ferretti Bruno, imbarcato sul Martinsicuro II come motorista. Per quanto non sia ancora stato emesso il referto ufficiale dell'autopsia ordinata dall’autorità giudiziaria, sembra che tale salma presenti ustioni pronunciate.

Una obiettiva valutazione dei risultati conseguiti dalle ricerche poste in atto dall’autorità marittima, non appena è giunta notizia della preoccupante mancanza di notizie del motopesca Martinsicuro II, permette di rilevare che:

a) il ritardo con cui è stato dato l'allarme, ben 4 giorni e più dalla presumibile ora di partenza del motopesca scomparso dal porto di Sant'Antioco, ha influito negativamente sull'esito delle ricerche. Nell'arco dei 4 giorni trascorsi, il mare, il vento e le correnti, hanno agito alternativamente in direzioni diverse sullo specchio acqueo interessato alle ricerche ed hanno quindi sparpagliato nelle direzioni più disparate gli eventuali relitti creatisi all'atto della tragedia;

b) l'assenza di ogni comunicazione, pur disponendo il Martinsicuro II di due apparati radio, l'avvistamento delle cassette di pesce in numero considerevole e raggruppate, il recupero di alcuni pezzi di fasciame, lasciano supporre che l'unità sia colata a picco con una rapidità tale da impedire all'equipaggio di prendere imbarco sui mezzi di salvataggio di cui era dotata;

c) qualche modesto elemento potrà forse trarsi dal referto della autopsia dell'unica salma recuperata e riconosciuta come sicuramente appartenente all'equipaggio del motopesca scomparso. Ove trovino, in tale referto, la presenza di ustioni e le cause del decesso che sembra escludano l'asfissia per annegamento, ciò potrebbe avvalorare l'ipotesi di uno scoppio verificatosi a bordo come causa del rapido affondamento.

In relazione a quanto sopra, il fatto che siano stati i pescatori locali ad avvistare per primi qualche relitto, è da attribuirsi unicamente al caso.

A proposito del sinistro del peschereccio atlantico Rodi, di cui è cenno nell'interrogazione, è da considerare che la nave si capovolse mentre imperversava una burrasca; anche in occasione di quel sinistro non è mai risultato che sia stato lanciato alcun segnale di soccorso e quando, a capovolgimento avvenuto, se ne ebbe notizia, furono attuate tutte le operazioni di soccorso che l'evento richiedeva.

Per quanto riguarda la rispondenza del motopeschereccio scomparso ai requisiti di sicurezza, si comunica che esso era munito di certificato di navigabilità in regolare corso di validità (scadenza a tutto dicembre 1973) ed era in possesso delle seguenti dotazioni di sicurezza: 2 zattere autogonfiabili di tipo approvato, 3 salvagenti anulari e 7 cinture di salvataggio. Si accenna che nel corso di frequenti approdi nessun elemento di dubbio, che potesse giustificare una verifica straordinaria, è emerso sull’efficienza dei mezzi di salvataggio.

Al fine di individuare il punto nel quale potrebbe trovarsi il relitto del motopeschereccio, sono state effettuate operazioni di dragaggio del fondale a mezzo di unità da pesca, appositamente noleggiate con spesa a carico del Ministero della Marina Mercantile. Le operazioni, che sono state molto difficili a causa delle acque profonde circa 100 metri e per la presenza di ostacoli di varia natura, hanno dato esito negativo.

Si comunica, infine, che il Ministero non appena è venuto a conoscenza del naufragio del motopesca Martinsicuro II ha immediatamente provveduto ad erogare, in data 31 luglio 1973, la somma di lire 200 mila pro capite alle vedove dei cinque marittimi tragicamente scomparsi a titolo di sussidio straordinario, di cui al capitolo 1110 dello stato di previsione della spesa di questa Amministrazione per l'esercizio finanziario 1973.

 

                                                                            Il Ministro della marina mercantile:

                                                                                                Coppo.

 

 

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