La Chiesa parrocchiale di San Rocco si affaccia sulla piazza principale di Montorio al Vomano (Te). Dalla facciata si capisce che ha due corpi di fabbrica distinti di cui il più antico, quello di sinistra, venne realizzato nel 1527 da Vittoria Camponeschi, poi ampliato nel 1549 da Giovanni Carafa. E’ a coronamento orizzontale ed il portale è sormontato da una lunetta, all’interno della quale si trovano lo stemma di Montorio, un fregio a palmette sulla cornice esterna ed un bassorilievo raffigurante la scena dell’Annunciazione. L’architrave piano reca al centro il monogramma di S.Bernardino da Siena. Il corpo di fabbrica di sinistra è invece il frutto dell’ampliamento realizzato nel 1673; la facciata ha un portale ad architrave piano con sovrastante timpano spezzato al centro del quale campeggia il simbolo di Montorio con la data della realizzazione, sormontato da una croce. Sulla parte sinistra due campane sono ospitate da un campanile con orologio, anch’esso probabilmente risalente al Seicento. L’interno, nonostante le due diverse strutture, si presenta oggi come una navata unica rettangolare con alla sinistra una cappella. Nella chiesa sono quattro altari barocchi monumentali, in legno dipinto e dorato, realizzati nel corso del XVII secolo. L’altare della Resurrezione, nella cappella di sinistra, conserva cinque busti-reliquiari di sante. Nella cantoria sopra la porta d’ingresso si trova un organo napoletano impiantato nel 1636, che risulterebbe l’organo più antico finora conosciuto in Abruzzo. Sempre al XVII secolo risalirebbe l’acquasantiera nei pressi dell’altare.

Altri edifici sacri da visitare a Montorio al Vomano sono la Chiesa di S.Antonio, la Chiesa dell’Immacolata Concezione o degli Zoccolanti, il Convento dei Cappuccini con la Chiesa di S.Maria della Salute, la Chiesa di S.Filippo Neri e la Chiesetta della Madonna del Ponte.

Per arrivarci da Teramo, da cui dista circa Km. 13 (vedi mappa): si percorre la S.S.80 in direzione di Montorio al Vomano, fino ad incontrare questo centro abitato lungo la strada.

 

 

 

 

Foto e testi di Francesco Mosca

(2012)

 

 

 

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