Su uno sperone di roccia posto a 963 metri di
quota tra le Gole del Salinello ed il Fosso Rivolta che
scende dalle Cannavine, a
guardia del valico tra le montagne gemelle (Montagna dei
Fiori, m.1814 e Montagna di Campli, m.1714), si ergono i
ruderi di Castel Manfrino o Castello di
Macchia (Castrum
Maccle). Forse fatto costruire dal Re Manfredi di Svevia
(1232-1266), figlio di Federico II, sui resti di un
fortilizio longobardo, a sua volta probabilmente sorto sui
resti di una fortificazione romana, aveva il compito di
fronteggiare l’eventuale invasione del Regno di Sicilia da
parte delle truppe francesi di Carlo d’Angiò (1226-1285),
presidiando proprio il territorio del confine tra il Regno
Pontificio ed il Regno di Sicilia.
Si trova nel territorio di
Macchia da Sole, una
frazione di
Valle Castellana (Teramo), ed alcuni reperti
rinvenuti hanno evidenziato che fin dal XII secolo aveva
alle sue spalle un piccolo abitato rurale. I suoi ruderi,
visibili ancora oggi da molto lontano, sono costituiti
essenzialmente da porzioni di mura perimetrali costruite con
grosse pietre di fiume squadrate che disegnano una pianta
rettangolare allungata con estensione da Nord a Sud di circa
120 metri. La larghezza varia da 8 a 20 metri. Si intuisce
la presenza di tre torri di cui la maggiore, la più
settentrionale, ha preso il nome di Torrione Angioino. La
torre più a Sud, a strapiombo sulle
gole del fiume Salinello, era la
Torre Sveva e quella di centro, il Maschio, era la parte più
difesa del castello, dimora del castellano. All’interno
delle mura si individua un piccolo edificio a pianta
quadrangolare sui resti delle cui mura si individuano tracce di affreschi, molto probabilmente una piccola cappella.
Circondato da un alone di leggende e di eroismi, conservò
una notevole importanza strategica fino agli inizi del
Cinquecento, quando l’uso della polvere da sparo per scopi
bellici ne sminuì la funzione e dichiarò la progressiva
decadenza di tutte le fortezze di questo genere.
Per arrivarci da
Teramo, da cui dista circa 26 Km. (vedi
mappa): si prende la S.S.81
per
Ascoli e da qui, dopo il bivio per
Campli, superato
Campovalano,
cioè dopo circa 13 km., si svolta a sinistra seguendo
l’indicazione stradale per Macchia da Sole. Qui, in
prossimità della chiesa, si svolta a destra per
San Vito e dopo circa m.300, in
prossimità di uno sperone di roccia si avvistano i ruderi,
raggiungibili esclusivamente a piedi in circa 20 minuti.